San Biagio Vescovo
La
figura di S. Biagio (+316 ca, vescovo, martire - festa 3 febbraio) ha
contorni di leggenda; e nondimeno gli 'Atti' che lo riguardano furono
popolarissimi a partire dall’alto medioevo sia in Oriente sia in
Occidente.Biagio avrebbe subito il martirio per decapitazione,
dopo una serie di torture (la più celebre delle quali è la
scarnificazione con pettini per cardare la lana) inflittegli da un
governatore romano di nome Agricola, e dopo aver miracolosamente
camminato sulle acque di un lago nel quale il persecutore intendeva
annegarlo; insieme a Biagio avrebbero subito il martirio sette donne e
due fanciulli, figli di una di queste.Più singolari e caratteristici
sono gli elementi di contorno al martirio. Biagio, uomo retto e probo,
viene eletto vescovo della città, ma anziché risiedervi preferisce
recarsi sulle montagne in una sorta di eremitaggio; qui lo vengono a
visitare gli animali selvatici, che il santo tratta con rispetto e cura
quando malati o feriti. Allo scoppio della persecuzione, i soldati
inviati sul monte per catturare le fiere da far combattere con i
cristiani nel circo scoprono la spelonca del santo, proprio per la gran
quantità di animali selvatici che stazionano nei suoi pressi, e lo
arrestano.Lungo la strada del ritorno, che si immagina piuttosto lunga,
il santo converte molti pagani e compie due celebri miracoli. Il primo è
il risanamento di un bambino che aveva una lisca di pesce in gola; è il
santo stesso a dirci di avere dei poteri taumaturgici in questo senso, e
di poter intercedere presso Dio a favore di chi, uomini o animali,
avesse malanni dello stesso genere. Il secondo è la restituzione di un
maialetto a una vedova cui un lupo l’aveva rubato; più tardi quando la
donna andrà a visitare il santo, ormani rinchiuso nel carcere cittadino,
recandogli la testa e i piedi del maiale, assieme a frutti e semi e a
ceri, Biagio accetterà i doni chiedendo di celebrare in futuro la sua
memoria con gli stessi oggetti, cosa che ella farà quando riceverà la
notizia della morte del santo.La storia di Biagio appare dunque
strettamente legata ad un mondo contadino e pastorale. Il suo magistero
episcopale nella città di Sebaste (Armenia) non appare con certezza,
perché il santo, pur essendo definito e nominato vescovo, non si
comporta come tale; è più probabile che il nome della città sia stato
scelto soprattutto per il grande numero di martiri che le venivano
attribuiti. La tradizione più antica del suo martirio rimanda al tempo
dell’imperatore Licinio (307-323). Alle caratteristiche di santo
guaritore e al suo legame con abilità e poteri tipici del mondo agricolo
si deve l’enorme diffusione che la devozione al santo ebbe in Oriente e
in Occidente. Fin dal sec. VI il greco Ezio di Amida, autore di trattati
medici, citava l’intercessione del santo come potente rimedio contro le
malattie della gola.Non c’è regione d’Europa che non conosca un culto di
Biagio, o non vanti il possesso di sue reliquie. Egli è, tra l’altro, il
Patrono di Dubrovnik; un importante monastero gli era dedicato nella
Selva Nera, in Germania; era titolare di una chiesa a Costantinopoli;
miracolose reliquie si trovavano a Caterbury. In Baviera nel tardo
medioevo il suo culto fu associato con quello di altri santi guaritori
nel gruppo dei “Quattordici ausiliatori”, che ebbe grande diffusione in
tutto il mondo germanico e nordico nell’età moderna. In Italia il culto
di Biagio è particolarmente diffuso al sud, dove sono numerosissime le
chiese a lui dedicate.Caratteristici sono i riti per la sua festa, che
prevedono la benedizione dei cibi e della gola con due ceri accesi
incrociati, secondo le istruzioni date dallo stesso santo prima del suo
martirio.Le
raffigurazioni più antiche in occidente risalgono all’XI secolo e
diventano frequentissime nel basso medioevo, in concomitanza col
diffondersi del culto del santo. Fra le opere più celebri si segnalano
una pala d’altare di Hans Memling nella Cattedrale di Lubecca e un
dipinto di Cranach a Hapton Court.